CORRADO GRAPPEGGIA

CORRADO GRAPPEGGIA

lunedì 24 settembre 2012

Satiricon…..a cura della Dott.ssa Silvia Senestro



<Una coppia al ristorante: lui mesce il vino ma distratto dal generosissimo decolletè di lei, non centra il bicchiere ed inzuppa la tovaglia.
Nella sala da biliardo affollata, un giocatore birichino prende la mira con la punta della stecca ma al contempo con l’estremità opposta, solleva la gonna di una cameriera osé.
Come intrerpretare dal punto di vista psicologico l’opera di corrado grappeggia?
Per farlo bisogna mollare gli ormeggi e tutte le censure e perdersi in quel calderone di impulsi, nostalgie e voglie che alberga da qualche parte nel nostro inconscio.
Grappeggia ritrae cn intelligenza ed ironia un mondo antico e moderno. L’uomo è al contempo un peccatore curioso, impenitente ed innocente.
La donna, enorme e rotonda in ogni sua parte, provoca con allegria ed è sempre complice degli sguardi maschili: compiaciuta, esagerata, una caricatura consapevole.
“E’ per via della donna che mi ha svezzato da ragazzino: era proprio fatta così!” commenta cn lo stesso sguardo malandrino dei suoi personaggi. Credo proprio che sia vero: il ricordo, seguito da un carrozzone di reminiscenze, di cupidigia e di innocenza adolescenziale, riprende forma in questa opera talmente unica che non si può non fermarsi a guardarla.
Impossibile nn ritrovare almeno una parte di noi stessi in quei personaggi, il nostro esibizionismo, quella sana e irresistibile voglia di sbracare ogni tanto, quell’impulso di guardare il proibito o di lasciarlo guardare agli altri. Ma c’è di più: nel circo di un piccolo centro in provincia di Cuneo, (Racconigi dove Grappeggia lavora), un gruppo di personaggi è stato negli anni, ritratto con mano sapiente e sfrontata nel cogliere tic, vezzi ed espressioni. Gli amici affezionati a Grappeggia, il matto del paese, i vitelloni in spiaggia o personaggi d’altri tempi. Con quale precisione sono stati colti la luce negli sguardi, la piega nella bocca, il vuoto ed il pieno delle espressioni, anche nei ritratti, il pittore coglie il segno, l’essenza, la verità.
Largo all’inconscio quindi, via le barriere. Le emozioni più crude, il godimento e la malizia dilagano. La donna grassa e felice di esserlo, provoca senza pudore generosamente e allegramente. L’uomo sta al gioco riconoscente come un gatto in compagnia di un topo che non vede l’ora di farsi cacciare.
Bravo Grappeggia, come sarà stata brava quella nave-scuola di tanti anni fa, musa inconsapevole di questa carrellata dai colori forti e dalle forme emozionanti.>>

Dott.ssa Silvia Senestro
Psicologa clinica